Welfare e Promozione Sociale

FISCHIETTO OLTRE IL MURO

12 detenuti diventano arbitri di calcio a 5 all’interno del carcere

Di borgo San Nicola a Lecce

Grazie al progetto del C.S.I. “Fischietto Oltre Il Muro”

Si è concluso il corso di formazione per arbitri di calcio, 12 giovani detenuti, dai 25 ai 35 anni, hanno ritirato l’attestato di direttori di gara, le divise e i fischietti. E’ successo all’interno della casa circondariale di Lecce, grazie al progetto del Centro Sportivo Italiano ‘Fischietto oltre il muro’.

L’iniziativa del CSI di Lecce, promossa nel quadro delle iniziative organizzate per il Giubileo della Misericordia attraverso lo sport, ha l’obiettivo di migliorare la vita dei detenuti e la loro condizione psico – fisica, al fine di contribuire a favorire un adeguato reinserimento nella società, una volta scontata la pena.

Due ore a settimana per un totale di 30 ore, tanto è durato il corso di formazione durante il quale gli aspiranti arbitri hanno imparato le regole del calcio, per rispettarle e farle rispettare. Le giornate di lavoro si sono svolte alternando la teoria alla pratica, direttamente sul campo di calcetto all’interno della casa circondariale.

Il progetto, nato per volere di Marco Calogiuri, Vice Presidente Nazionale e presidente del Centro Sportivo Italiano di Lecce, è stato accolto con grande entusiasmo dai vertici del Carcere di Borgo San Nicola.

Il vice direttore della casa circondariale di Lecce, Giuseppe Renna, a conclusione del progetto ha ribadito che l’attività all’aperto ha una grande valenza per chi è abituato a stare all’interno della cella Il carcere deve soprattutto rieducare alla vita. Tutte le iniziative sono rivolte a questo. E’ per questo motivo che la Direzione ha accolto con interesse e disponibilità il progetto “Fischietto oltre il muro”.

Il Vice Presidente Vicario del CSI di Lecce Giovanni Camerino ha a sua volta sottolineato che far entrare lo sport in carcere per migliorare la vita dei detenuti, è sempre stato un sogno per il CSI . Il Centro Sportivo Italiano promuove lo sport come momento di educazione, di maturazione umana, di impegno e di aggregazione sociale perché si ispira alla visione cristiana dell’uomo, mettendosi al servizio delle persone e soprattutto a quelle che Papa Francesco chiama periferie umane.

Nelle diverse giornate formative questi giovani hanno imparato le regole del gioco del calcio, per rispettarle e farle rispettare, esattamente come si deve fare nella vita di tutti i giorni.

Viene inoltre auspicato che con la necessaria gradualità e con il doveroso consenso della direzione del penitenziario, questi ragazzi possano arbitrare le partite che si svolgeranno all’interno delle mura dell’Istituto, e successivamente, anche dirigere le gare dei vari campionati del C.S.I. che quotidianamente si svolgono sui campetti degli oratori del territorio provinciale.